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Giovanni Antonio Magini (1555 - 1617)

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GIOVANNI ANTONIO MAGINI (1555 - 1617)

Giovanni Antonio Magini, noto anche con il nome latino Maginus (Padova, 13 giugno 1555 – Bologna, 11 febbraio 1617), è stato un astronomo, cartografo, matematico e astrologo italiano. Figlio di Pasquale Magini, cittadino di Padova, completò i suoi studi in filosofia a Bologna nel 1579.
Si dedicò all’astronomia e nel 1582 scrisse “Ephemerides coelestium motuum”, tradotto in italiano l’anno seguente.
Nel 1588, dopo la morte di Ignazio Danti, fu assunto dal Senato di Bologna e preferito a Galileo per occupare la cattedra di matematica presso l’Università di Bologna. Magini sostenne il sistema geocentrico del mondo preferendolo al sistema eliocentrico di Copernico. Inventò una teoria planetaria che si aggiunse a quelle già esistenti. Tale teoria consisteva nella rotazione di undici pianeti che descrisse nelle sue “Novæ coelestium orbium theoricæ congruentes cum observationibus N. Copertici” (Venezia, 1589). Nel suo “De Planis Triangulis” (Venezia, 1592), descrisse l’uso dei quadranti nel rilevamento topografico e in astronomia. Nel 1592 Magini pubblicò il “Tabula tetragonica” e nel 1606 ideò accurate tabelle trigonometriche. Lavorò alla geometria della sfera e all’applicazione della trigonometria per le quali inventò i dispositivi di calcolo. Inoltre si dedicò al problema degli specchi e pubblicò la teoria sugli specchi sferici concavi. Pubblicò un articolo sulla “Geographia” di Tolomeo (Colonia, 1596).

Come cartografo, realizzò l’Atlante geografico d’Italia, che il figlio fece stampare dopo la sua morte nel 1620 (frontespizio a lato). L’atlante fu programmato per includere le mappe di ogni regione italiana con la nomenclatura esatta e le note storiche. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. Nonostante pubblicata postuma, l’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, che successivamente furono corrette e aggiornate per l’edizione definitiva. Tali prove sono rarissime e presentano differenze sostanziali con quelle poi incluse nell’atlante. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì  di due dei più famosi intagliatori dell’epoca; il belga Arnoldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. Per coprire gli onerosi costi del progetto Magini seguì privatamente la formazione matematica dei figli di Vincenzo I di Gonzaga, Duca di Mantova, mecenate delle arti e delle scienze. Il Duca, a cui dedicò l’atlante, lo sostenne nel progetto permettendo che gli fossero recapitate mappe di vari stati d’Italia; anche i governi di Messina e Genova lo sostennero finanziariamente. Grande sostenitore dell’astrologia, Magini difese l’uso della medicina nel suo “De astrologica ratione” (Venezia, 1607). Fu in corrispondenza con Tycho Brahe, Clavius, Abraham Ortelius e Johannes Kepler. Le sue lettere furono pubblicate nel 1886 da Antonio Favaro.
In suo onore fu dato il nome di Maginus a un cratere lunare.