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Le carte antiche tra le scienze: una visita dei Musei di Palazzo Poggi

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carte palazzo poggi bolognaCi sono varie motivazioni per cui vale la pena visitare i Musei di Palazzo Poggi, che vanno dal contenutistico al pratico.
Il primo ordine di ragioni comprende sicuramente la varietà dei contenuti e le opere esposte, capaci di attirare l’interesse del visitatore su ambiti non conosciuti e inaspettati e al contempo di soddisfare quello sull’eventuale ambito specifico che aveva motivato inizialmente la visita. E nel nostro caso si trattava delle carte geografiche e dei globi terrestri.
Il secondo ordine di ragioni riguarda aspetti molto pratici: la comodità degli orari - con apertura il sabato e la domenica in ampie fasce sia mattutine che pomeridiane - e soprattutto l’opportunità di visite guidate davvero molto ben fatte a cura dei tirocinanti di Unibo che, come abbiamo avuto la fortuna noi, possono diventare quasi individuali se si scelgono i giusti orari di visita, ad esempio a inizio pomeriggio della domenica. Un ottimo esempio di come si possono gestire in maniera efficace organizzazioni e spazi culturali. Dopo una breve introduzione sulla famiglia Poggi, all’interno della “Sala Ulisse” con il soffitto affrescato da Tibaldi con varie scene di episodi dell’Odissea, si inizia la visita vera e propria all’”Istituto delle Scienze” voluto e fondato dal Generale ‘degradato’ Luigi Ferdinando Marsili - come ricordato da una epigrafe e scultura a mezzo busto all’entrata del Museo. Il percorso ha come tratto caratterizzante il costante connubio tra la storia del Palazzo, che affiora attraverso i soffitti e affreschi cinquecenteschi, e l’excursus davvero molto ampio attraverso varie scienze (storia naturale, fisica e chimica, ostetricia, ottica, anatomia umana, geografia) e le importanti figure di studiosi che nel Settecento in queste sale dell’Istituto lavorarono, insegnarono e sperimentarono, confrontandosi e condividendo i propri saperi a beneficio del progresso e dell’evoluzione scientifica.
Ulisse Aldrovandi Museo Poggi matrici xilografieUna menzione particolare merita la sala che ospita il Museo e la collezione di storia naturale di Ulisse Aldrovandi. Sicuramente colpiscono il visitatore alcuni reperti davvero sorprendenti e insoliti (denti di balena, lunghissimi serpenti acquatici alle pareti, ecc.) ma per l’amante delle incisioni non possono non attirare l’attenzione le numerose e bellissime matrici in legno, incise e poi utilizzate per le xilografie delle opere dello studioso bolognese, esemplari completi delle quali sono custoditi nella Biblioteca Universitaria oltre che nella stessa biblioteca di Palazzo Poggi che si incontra alla fine della visita.
Molto interessante anche la Sala dell’Architettura Militare, con la raccolta personale di rappresentazioni di cannoni e modelli delle varie tipologie di fortificazione delle città, donata dallo stesso Marsili all’Istituto delle Scienze.
Ma, venendo ai contenuti d’interesse specifico per gli amanti della cartografia, il ‘cuore’ è sicuramente la Stanza della Geografia in cui sono raccolte grandi carte geografiche murali di fattura olandese (Blaeu, F. De Wit, ecc.), che mostrano i continenti come allora esplorati e conosciuti. Bellissimi e unici i globi terrestri in collezione, tra cui due di Vincenzo Maria Coronelli - uno al centro della stessa Sala della geografia e l’altro nella biblioteca del Palazzo - e altri momentaneamente ospitati nell’atrio del Museo, vista la chiusura per lavori fino alla fine del 2012 del Museo della Specola, ove solitamente sono collocati.
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Un’ulteriore iniziativa specifica meritevole di segnalazione per gli amanti delle stampe antiche è ospitata nel Museo di Palazzo Poggi in queste settimane: “Viaggio al centro dell'Atlante di Mercatore” (fino al 9 aprile, ingresso gratuito). È possibile ammirare il volume originale dell’Atlas, sive cosmographicae meditationes de fabrica mundi et fabricati figura (1630, decima edizione) concesso in deposito al Museo dal Dipartimento di Fisica e, al contempo, grazie a un’originale tecnica interattiva ‘ottica’ sviluppata da ricercatori dell'Università di Bologna, si può ‘sfogliare’ l’Atlante stesso ammirando alcune delle numerosissime carte geografiche che custodisce.
Noi, ovviamente, abbiamo curiosato ‘dritti alla meta’ del territorio bolognese e, scegliendo l’Europa come Continente di interesse, l’Italia come paese, siamo giunti alla carta della Romandiola, che i visitatori più attenti di BolognArt avranno già avuto modo di vedere in questo sito.
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