Tecniche incisorie: breve panoramica

Sabato 04 Giugno 2011 22:43
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Pubblichiamo a seguire un breve "glossario" delle principali tecniche di incisione. Non vuole ovviamente essere un approfondimento specifico su una materia così interessante e ampia ma l'intento è fornire solo qualche "elemento" di facile fruizione anche per i meno esperti. Il contenuto deriva da fonti varie.

Le tecniche incisorie collegate alle stampe consistono nella realizzazione da parte dell'autore di immagini/disegni su una superficie apposita, la matrice. Il modo in cui viene incisa la matrice determina il modo in cui questa viene inchiostrata e stampata dopo averla posizionata sul torchio da stampa e, soprattutto, determina le caratteristiche delle stampe che si ottengono. Si distinguono tre categorie principali di incisione: incisione in cavo, in rilievo e in piano.

INCISIONI IN CAVO

Con questo insieme di tecniche si ottiene la matrice incidendo l'immagine/disegno desiderato in profondità su una lastra di metallo (rame, zinco, acciaio). L'immagine è data, quindi, dai solchi e dalle porosità prodotte sulla lastra. Nel corso del procedimento di stampa, la lastra viene inchiostrata facendo penetrare l'inchiostro nelle parti incise. Prima di inchiostrare la placca, bisogna umidificare la carta per renderla sufficientemente morbida per penetrare nei tratti più sottili. La placca viene inchiostrata, accuratamente asciugata e pulita in modo da lasciare l'inchiostro solo nelle parti incise. La lastra così preparata viene collocata sul torchio di stampa e su di essa viene posato il foglio di carta inumidito da stampare. Sotto la pressione del torchio di stampa, l'inchiostro passa dai solchi della lastra al foglio, riproducendovi l'immagine. Le modalità in base alle quali vengono prodotti i solchi nella lastra permettono di distinguere tra due tipi di incisione in cavo:

INCISIONI IN RILIEVO

Con questa tecnica si ottiene la matrice asportando parte del materiale che la costituisce attorno alle linee dell'immagine/disegno desiderato, in modo che queste appaiano in rilievo rispetto alle parti vuote. Nel corso del procedimento di stampa, la matrice (legno, linoleum, o altro) viene inchiostrata in modo che l'inchiostro ricopra le parti rilevate. La matrice viene, quindi, collocata sul torchio di stampa e su di essa viene posato il foglio di carta inumidito da stampare. Sotto la pressione del torchio di stampa, l'inchiostro passa dalla matrice al foglio, riproducendovi l'immagine. L'incisione in rilievo è la più antica forma d'incisione, e la sua più nota tecnica è la xilografia.

INCISIONI IN PIANO

Questa tecnica non comporta un vero e proprio processo di incisione della matrice. Consiste infatti nel creare la matrice senza scavare, disegnando l'immagine sulla superficie della lastra con materiali appositi che trattengono l'inchiostro. In questo modo la lastra, quando viene inchiostrata e poi ripulita, trattiene l'inchiostro in corrispondenza del disegno. L'esempio più tipico di incisione in piano è la litografia che si basa sull'incompatibilità del grasso nei confronti dell'acqua e sull'attitudine della pietra calcarea ad assorbire entrambi. L'artista realizza l'immagine desiderata su una pietra calcarea liscia, denominata "pietra litografica", usando matite grasse apposite ("matite litografiche"). La pietra viene imbevuta d'acqua e quindi ricoperta di inchiostro grasso. L'inchiostro viene respinto dalle zone impregnate d'acqua e trattenuto dalle zone segnate dalla matita. La matrice pronta per la stampa viene, quindi, collocata sul torchio di stampa.

INCISIONI IN CAVO - TECNICHE DIRETTE

Il bulino è uno strumento costituito da un'asticella di acciaio a sezione quadrangolare. Un'estremità termina con una punta tagliente e obliqua. L'altra è provvista, invece, di un manico di legno a forma di pomello, sul quale l'incisore appoggia il palmo della mano per esercitare pressione. Il bulino viene adoperato per scavare sulla superficie di una lastra di rame linee anche molto sottili. Regolando la forza della pressione, l'incisore determina la larghezza e profondità del solco tracciato. Nel suo percorso, la punta solleva sulla lastra dei filamenti di metallo, denominati "barbe". Le barbe vengono rimosse dalla lastra con il "raschiatoio", per impedire che, al momento della stampa, alterino il disegno delle linee.

Nella tecnica denominata Puntasecca, l'incisore traccia i segni su una lastra metallica liscia servendosi di una punta di acciaio affilata, che scava nel metallo. I segni, pertanto, appaiono come veri e propri solchi. Nel processo di scavo, la punta non scava un solco netto come avviene col bulino ma scalfisce il supporto in modo più irregolare e rovescia ai lati sottili riccioli di metallo, denominati "barbe". Regolando la forza impressa, l'incisore determina l'ampiezza e la profondità dei solchi, e lo spessore delle barbe. Nel corso del processo di stampa, lo stampatore deve avere l'accortezza di pulire con delicatezza dall'inchiostro le parti non incise della matrice, per non schiacciare e danneggiare le barbe. La presenza delle "barbe" è, infatti, fondamentale, per conferire ai bordi dei segni il caratteristico aspetto morbido, quasi vellutato, proprio della puntasecca.

INCISIONI IN CAVO - TECNICHE INDIRETTE

Acquaforte - Su una lastra liscia di metallo (zinco, rame, acciaio ecc.) viene steso uno strato di vernice. L'artista disegna sulla superficie della lastra con una punta, rimuovendo la vernice. La lastra viene, quindi, immersa in acido nitrico o altro mordente. La lastra è protetta dalla vernice che la ricopre, mentre l'acido "morde" (corrode) la lastra nei punti scoperti dal disegno. L'artista regola la profondità dei tratti e dei solchi, determinando la concentrazione dell'acido e la durata del bagno della lastra. Al termine del bagno, la lastra viene trattata con un solvente per rimuovere la vernice, ed è, quindi, pronta a fungere da matrice per la stampa. Viene, quindi, collocata sul torchio.

Acquatinta - Questa tecnica deriva dall'acquaforte e permette di ottenere una superficie composta di puntini. L'autore realizza il disegno sulla lastra con un inchiostro speciale. Quindi, con l'ausilio di una tramoggia, sparge/spolvera sulla lastra una mistura di bitume giudaico in polvere. La lastra viene scaldata, per far fondere, indurire e aderire bene al metallo tale materiale, e poi lavata. In corrispondenza del disegno il bitume non aderisce fermamente alla lastra e viene rimosso dal lavaggio, scoprendo il metallo della lastra. La lastra viene quindi immersa in acido nitrico o altro mordente. Il bitume protegge la lastra, mentre l'acido "morde" (corrode) la lastra nei punti scoperti. Al termine del bagno, la lastra viene trattata con un solvente che rimuove il bitume e la rende pronta a essere collocata sul torchio di stampa. La tecnica dell'acquatinta produce risultati diversi dall'acquaforte. I segni sono meno secchi e netti, caratterizzati da un tono sfumato che presenta qualche analogia con l'acquarello, e offre degli effetti di mezzi-toni, ideali per la resa di sfumature e sfondi. In genere, l'acquatinta viene praticata in combinazione con l'acquaforte.

INCISIONI IN RILIEVO

La xilografia (o silografia) consiste nell'asportare da una lastra di legno mediante uno strumento affilato le parti che sul foglio stampate appariranno bianche, lasciando quelle che, invece, devono essere inchiostrate. In fase di stampa, l'inchiostro viene steso sulle parti rimaste in rilievo. I legni usati per le matrici da xilografia erano anticamente il pero e il melo, tagliati in senso longitudinale, parallelo alle fibre del legno. In seguito, si è fatto uso del bosso ben stagionato.

INCISIONI IN PIANO

La litografia si basa sull'incompatibilità fra l'acqua e i corpi grassi e sull'attitudine della pietra calcarea ad assorbire entrambi. L'autore realizza l'immagine/disegno desiderato su una pietra calcarea liscia, denominata "pietra litografica", usando matite grasse apposite ("matite litografiche"). La pietra viene imbevuta d'acqua e quindi ricoperta di inchiostro grasso. L'inchiostro viene respinto dalle zone impregnate d'acqua e trattenuto dalle zone segnate dalla matita. Una preparazione chimica fatta di acido nitrico e di gomma arabica fissa il disegno sulla pietra. La matrice pronta per la stampa viene, quindi, collocata sul torchio di stampa. Questa tecnica di stampa è stata inventata dal tedesco Aloys Senefelder nel 1796. Per ragioni di comodità, la pietra può essere sostituita da una placca di zinco o di alluminio.