La ricerca di connubi intriganti e di 'esplorazioni di senso' - usando dei 'semio-paroloni' - sono un leitmotiv per chi scrive. Spinto d'altronde - ragion molto più pragmatica - dal desiderio di valorizzare al meglio le stampe della collezione BolognArt a fronte di un numero sempre crescente di pezzi e, al contempo, dell'altrettanto crescente penuria di spazio-pareti in cui ospitarle... e allora ecco un'altra idea di abbinamento che ha preso forma in un'esposizione di lunga durata, in cui le stampe antiche di Bologna si sono sposate con gli abiti, i tessuti di qualità e gli spazi 'vivi' di una sartoria a San Lazzaro. Seguono foto dell'allestimento. Sono state esposte opere di Homann, Ortelius, Meissner, Mercator, Blaeu-Mortier, Bertelli, Girard, Virtue, Munster e Hakewill in un alternarsi, volutamente non rigido ma dinamico, di vedute, carte e piante, che fanno spaziare l'occhio da una prospettiva ampia (Stato della Chiesa, Romandiola) a uno più 'territoriale' (Bononiense territorium e Territoire de Bologne), fino a piante della città e a singoli scorci, in un excurcus da fine Quattrocento a fine Ottocento.