Home Vedute e piante Vedute e piante del XVIII Secolo Pio Panfili, Piazza Maggiore di Bologna, 1791

Pio Panfili, Piazza Maggiore di Bologna, 1791

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PIO PANFILI (1723-1812)

"Piazza Maggiore di Bologna"

Pio Panfili Piazza Maggiore

1791

465 mm x 335 mm

Provenienza: Germania

Note: in basso a sinistra: Panfili Pitt. Accad. Clem.dis.e inc.. La più nota e pubblicata delle dodici grandi vedute di Bologna incise da Pio Panfili (n.5 come indicato a destra) e pubblicate in contemporanea a una quarantina in piccolo formato inserite negli anni tra il 1770 e il 1796, e successivamente anche nel 1800, nell'annuale Diario bolognese
ecclesiastico e civile.

Bibliografia: A.Brighetti, Bologna nelle sue stampe. Vedute e piante scenografiche dal Quattrocento all'Ottocento, 1979, pp.79-91; Bologna nei libri d'arte dei secoli XVI e XIX, catalogo della mostra Biblioteca dell'Archiginnasio, 2004, a cura di C.Bersani e V.Roncuzzi; Ristampa anastatica, Bologna nel Settecento: dodici vedute disegnate ed incise da Pio Panfili, Bologna, 1972.

Altri esemplari originali conosciuti:

  • Genus Bononiae: due esemplari in collezione, uno con i margini come nostra edizione e il secondo in foglio più grande
  • Archiginnasio: esemplare nella raccolta "Vedute della città di Bologna" [Collocazione: GDS, Cart. Gozzadini 43, Provenienza: lascito Giovanni Gozzadini (1902). La Biblioteca conserva anche i disegni preparatori per le incisioni, identici alle stampe (cfr. Bersani-Roncuzzi 2004).

Riportiamo alcuni passaggi (pp.71-73) dall'imperdibile catalogo "Bologna nei libri d'arte dei secoli XVI e XIX, catalogo della mostra Biblioteca dell'Archiginnasio, 2004, a cura di Cristina Bersani e Valeria Roncuzzi (consulta il catalogo integrale in pdf):

"La stampa di veduta a Bologna, finalizzata alla riproduzione dei monumenti più significativi della città, e destinata a collezionisti, amatori e viaggiatori, conobbe un particolare sviluppo a partire dalla seconda metà del Settecento e la sua fortuna si protrasse fino alla metà del secolo successivo per tramontare con l'avvento della fotografia. Pio Panfili (Fermo, 1723 - Bologna, 1812) in quest'ambito fu l'artista più prolifico e imitato (...).
Risale al 1791 la data della prima incisione della serie di dodici tavole di formato in-folio e prive di frontespizio (...). la Veduta della Piazza è una rielaborazione in grande scala di quella pubblicata nel 1775. La serie di dodici vedute di grande formato, eseguite all'apice della sua attività, testimonia il virtuosismo tecnico e la vena descrittiva dell'artista marchigiano. All'Archiginnasio si conservano anche dodici disegni preparatori per le incisioni, perfettamente identici alle stampe: la parte architettonica è delineata con sicuri tratti di penna a inchiostro di colore bruno, mentre le ombre rese nell'incisione con fitti tratteggi incrociati, qui sono acquerellate in grigio e seppia (BCAB GDS, Cartella Gozzadini n. 43). Sono invece del tutto assenti nel disegno le figure umane, probabilmente sentite come elementi di 'riempimento', a conferma dell'attenzione dell'artista tutta rivolta allo studio della resa prospettica del paesaggio urbano, predisposizione maturata durante gli studi di architettura, quadratura e ornato condotti presso l'Accademia Clementina (...).
La veduta della piazza, esposta in mostra, coglie uno degli scorci più suggestivi (l'altra veduta, la n. 5 di questa serie, ha il palazzo De' Banchi sul fondo, fiancheggiato dal palazzo del Podestà e da S. Petronio) e enumera i monumenti principali descritti nella parte sottostante, secondo l'uso di elencare i luoghi principali nelle piante topografiche (all'incisore fra l'altro si deve anche la pianta della città di Bologna del 1773, contornata da sei vedute, pubblicata nell'Informazione alli Forestieri delle cose più notabili della città, e stato di Bologna) e nelle guide - vedi esemplare della pianta in collezione BolognArt - ; il che può far presupporre una destinazione della serie di stampe al turismo d'élite dei viaggiatori che desideravano conservare memoria delle città toccate durante i loro grands tours.
La piazza principale è raffigurata animata soprattutto dal popolo minuto dedito al piccolo commercio e alla mendicità: dove si alternano banchi di venditori e ambulanti dando una coloritura pittoresca all'insieme: "macchiette" che si muovono come in uno scenario teatrale senza ben integrarsi con il contesto in cui si trovano. Il Panfili anche in questa veduta che rappresenta il cuore della città dove si affacciano i maggiori edifici simboleggianti la sua storia, si sforza di tramandare un'immagine aulica di Bologna, che non corrispondeva sempre al reale stato di conservazione di molti edifici. Anche se già a partire dalla metà del Settecento si ha un declino della fama di Bologna, a causa della mancanza di modernità del suo impianto ancora medievale, il Panfili realizza incisioni all'acquaforte in cui dà quasi regolarità all'ambiente urbano, talvolta forzandone la prospettiva sempre con visuali molto allargate. Definisce con precisione calligrafica le architetture sempre ripulite dai segni della storia, scegliendo le emergenze edilizie e costituendo quindi una sorta di accompagnamento visivo a quanto menzionato nei repertori artistici e nelle guide".

 
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