GEORG BALTHASAR PROBST (1673-1748)
"Bologna"
Augsburg/Augusta, 1750 ca
350 x 1100 mm
Note: splendida veduta a volo d'uccello di Bologna, da nord con il territorio cittadino compreso fra porta San Felice e porta Romana, disegnata da F.B. Werner (1690-1778) ed edita da Jeremias Wolff (suocero) e, in seguito, da Georg Balthasar (padre) e Johann Friedrich Probst (figlio, 1719-1781) che ne ereditarono l'attività.
Questa maestosa veduta incisa in rame, tra le più famose, raffigura Bologna secondo uno stile nordico, irto di guglie. Il titolo "Bologna" è al centro in un cartiglio nastriforme e racchiuso da due stemmi, a sinistra di papa Lambertini, a destra quello di Bologna. Lungo il margine inferiore didascalia in italiano mentre nei due riquadri superiori in tedesco. Stampata su due fogli uniti. Al nostro esemplare mancano ca 15 mm ai lati e 2 mm ai margini superiori e inferiori.
Friedrich Bernhard Werner fu pittore e disegnatore. Visitò gran parte dell'Europa e nel 1730 venne in Italia con tappe a Mantova, Bologna, Roma, Napoli, poi fu in Sicilia e risalì la penisola passando dal Piemonte in Svizzera. Si specializzò in vedute ma nonostante i viaggi non tutte le città da lui ritratte furono disegnate dal vero ma riprese da stampe e disegni anteriori e filtrate attraverso clichés nord europei. Questa edizione della veduta si differenzia dalla prima - ca 1730 - per vari particolari ("è la veduta del 1730 circa, completamente rifatta, pur mantenendo una notevole somiglianza colla precedente...l'animazione è diversa", A.Brighetti, 1979) e soprattutto per la presenza dei riquadri con i riferimenti in tedesco in alto e della posizione dei due stemmi più accentrati. "Cupole, campanili e strutture religiose ai primi del Settecento hanno ormai dato la loro impronta al profilo della città, ben più dei manufatti civili, siano essi torri medievali, palazzi senatori o governativi. Importante emergenza non religiosa è però la larga torre dell'osservatorio dell'Istituto delle scienze (n.16), terminata nel 1725. Del portico di S.Luca si descrive abbastanza fedelmente il percorso fino al santuario (n.50), non ancora rifatto dal Dotti. Tutti gli edifici sono correttamente individuati, nonostante che li si riproduca con caratteri stilistici di tipo nordico" (G.Ricci, 1980).
Esemplari della prima edizione 1730 sono conservati in: Archiginnasio, che conserva anche un disegno manoscritto firmato "De Danielibus, Seraphim (dis.)" ritenuto dalla biblioteca come preparatorio; Múzeum vo Svätom Antone. Bibliografia: A. Brighetti, Bologna nelle sue stampe. Vedute e piante scenografiche dal Quattrocento all'Ottocento, 1979, n.88, p.75 (n.77, p.63 quella 1730); G. Ricci, Bologna, Le città nella storia d’Italia, Bari-Roma, Laterza, 1980, pp. 113, fig.70. Altre fonti: Giovanni Battista Comelli, Piante e vedute della città di Bologna, Bologna, Stab. Tipografico U. Berti e C., 1914; La raccolta di piante della città e di carte del territorio bolognese conservate nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, a cura di Valeria Roncuzzi Roversi Monaco, 1984; San Michele aveva un bosco. Vedute e visioni sul colle di San Michele in Bosco dal '500 ad oggi, a cura di Milena Naldi, Bentivoglio, L'Artiere, 2010.